Il centro storico di Atina conserva numerose tracce romane da scoprire, attraverso un’itinerario suggestivo, tra vicoli e piazze. Antica città dei Volsci, fu conquistata dai Romani dopo la guerra sannitica (290 a.C.) diventando centro fiorentissimo nella Repubblica e nel primo Impero. Conserva numerosi resti di mura poligonali e ruderi di un acquedotto. Nella Treccani si ricorda che ad Atina c’erano un “flamine” del divo Traiano e un collegio di sacerdotesse di Cerere e di Venere.
Piazza Saturno
Alla destra dell’ingresso di Palazzo Cantelmo troviamo una statua togata, la cui testa veniva sostituita alla proclamazione di ogni nuovo imperatore. L’epigrafe incisa alla base ricorda l’Imperatore Marco Aurelio Antonino (161–180), che ad Atina aveva una villa dove si ritemprava dalle fatiche di governo. Il monumento era stato eretto per decreto del consiglio dei decurioni.
“IMP – CAES – L SEP / TIMI – SEVERI – PII – PERTI / NACIS – AVG – ARAB – ADIAB / PART – MAX – FIL – DIVI – M – ANTONINI / 5 PII – GERM – SARMAT – NEP – DIVI – PII / ANTONINi – PRON – DIVI HADRIANI / ABNEP – DIVI TRAIANI – ET DIVI – / NERVAE – ADNEP – M – AURELIO / ANTONINO – AUG – TRIB – POT – III PROCoS p. C. 200 / 10 D – D – PUBLICE” (C.I.L. 5052)
Sulle mura di Palazzo Cantelmo
Sulle mura del palazzo sono conservate diverse epigrafi. Una di queste proviene dal cortile del Casino Visocchi a Settignano, luogo della Villa Septa Jani. Venne dedicata a Caio Luccio, Paeto, figlio di Caio della tribù Teretina e al figlio Caio Lucio Rufo, figlio di Caio:
“C – LVCCIO – C – F / TER – PAETO / C – LVCCIO – C – F / FILIO – RVFO / GENTIA – C – F – FECIT” (C.I.L. 5091)
Un’altra iscrizione ricorda che nel I secolo i cittadini del municipio, con del denaro raccolto tra di loro, dedicarono un monumento a Caio Avidio Clemente, figlio di Caio della tribù Teretina, edile duumviro, cavaliere dello Stato:
“C – AVIDIO – C – F – TER / CLEMENTI – AED – II – VIR / EQVO – PVBLICO / urceus MVNICIPES – ET – INCOLAE patera / 5 AERE – CONLATO / L – D – D – D” (C.I.L. 5066).
Tra i diversi reperti conservati nell’atrio, vanno ricordati: i resti di alcune colonne, un fregio dorico e un coperchio cinerario riportante la scritta “OSSA”.
Piazza Garibaldi
La piazza è dominata dalla struttura che protegge la Cisterna, datata III-I secolo avanti Cristo. L’opera, realizzata con mura in opera poligonale e pavimento in cotto, si trovava all’interno delle mura cittadine e garantiva l’approvvigionamento idrico agli abitanti anche in caso di assedio.
All’incrocio con Via San Carlo è visibile un’epigrafe con cippo funerario a pigna. La scritta sulla base è illeggibile. Si tratta di un monumento innalzato in onore di Lucio Elio Aurelio Commodo, nipote del divo Adriano. Altre iscrizioni le ritroviamo sulla facciata del Palazzo Arcivescovile e su quelle di molti palazzi e abitazioni del centro storico, poste a mo’ di ornamento.
Stretta Bartolomucci-Martini
Alla sinistra della stretta è evidente la Posterula, una porta secondaria che permetteva l’accesso in città a chi si muoveva a piedi. Fu costruita nel II secolo avanti Cristo con grossi blocchi grezzi di roccia calcarea. La forma dell’arco è a tutto sesto.
Foto: Italo Caira
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