Dall’alto del Palazzo ducale, circondato da fedeli cortigiani, il Signore governava i castelli “de lo Stato d’Alvito” con la sua “bella et vaga prospettiva” apprezzata, in tempi più recenti, anche dal grande poeta Giacomo Leopardi.
Alvito si sviluppa su tre livelli, seguendo il modello della città-fortezza: il borgo medioevale con il Castello a pianta pentagonale, sempre in perfetto assetto di guerra; il Peschio, avamposto intermedio con i suoi imponenti palazzi e la “valle”, costruita secondo il gusto barocco del Duca Gallio. Percorrendo la medioevale Strada Maggiore o la seicentesca Via Gallia, si rimane colpiti dallo straordinario susseguirsi di chiese, palazzi e conventi. Tra tutti, il Palazzo ducale, impreziosito da affreschi, fregi, decori e dotato di un teatro di corte.
Ma i fasti del passato non vivono solo nella memoria. Oggi Alvito è città della cultura, con i suoi illustri personaggi, i giornalisti, gli studiosi di storia e “storie” del Ducato, ma soprattutto con il Festival delle Storie e il Premio Letterario Internazionale “Val di Comino”.
Altra antica arte è quella pasticciera, che dal 1850 crea raffinatissimi dolci, come i gustosissimi torroni, tagliati e incartati a mano secondo la tradizione.