Picinisco ha il dono di far rivivere il passato, con le stradine erte, i vicoli pittoreschi e il castello medioevale. In origine alle dipendenze dell’abbazia di Montecassino, fece parte del contado di Atina. Nel 1017 abbiamo le prime notizie del castello, secondo Giulio Prudentio edificato dal capitano saraceno Pecenisco «in luoco forte per timore di guerre future». In seguito i duchi Cantelmo lo ampliarono per il timore di possibili attacchi o «revolutioni».
A partire dal XVII secolo il borgo registrò un interessante sviluppo urbanistico, che portò alla costruzione di palazzi gentilizi e al restauro e all’ampliamento delle antiche chiese, che vennero impreziosite con affreschi, stucchi e dorature. Tale espansione fu dovuta alle migliorate condizioni economiche, grazie all’impianto di una cartiera (1632) e di alcuni mulini. Nel 1826 la cartiera fu completamente ristrutturata e la carta prodotta venne definita «la migliore del Regno». Nel 1884 il patrimonio agricolo e pastorale fu valorizzato attraverso la creazione della cascina Bartolomucci, che produceva caciocavalli e burrelli. Alla fine dell’Ottocento si dette inizio alla costruzione della prima delle quattro centrali idroelettriche di Castellone.
Nel dicembre del 1919 soggiornò in paese il celebre scrittore David Herbert Lawrence, che nella Val di Comino trovò l’ispirazione per completare il romanzo La ragazza perduta (The lost girl).
Oggi, Picinisco è una ricercata località di villeggiatura invernale ed estiva, perché offre la possibilità di interessanti escursioni naturalistiche, arrampicate (per esperti) sulla Roccia del Corvo e sport invernali nella vicina Prati di Mezzo, attrezzata con sciovie e piste da fondo. Interessante è Fonte Scopella, ricca di acque curative delle malattie del ricambio e del fegato.
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