San Biagio Saracinisco

san-biagio-saraciniscoAnche gli etruschi, nei loro frequenti viaggi nel Sannio restavano colpiti dalle alture assolate e dai picchi rocciosi di San Biagio, secondo molti l’antica Duronia sannita. Testimonianza di questo antico tempo, fatto di combattimenti, scambi di merci e sacrifici alle divinità pagane, sono i resti archeologici rinvenuti nella necropoli di Ominimorti, visibili al Museo Archeologico di Atina.

Le prime notizie documentate risalgono al X secolo, quando i benedettini di Montecassino cedettero i loro pascoli ad alcune famiglie di pastori. Negli stessi anni, assieme a Picinisco, il borgo di San Biagio venne incastellato. Nel 1055 il principe di Capua Pandolfo IV confermò ai monaci il Castello “Sarraceniscum” nei pressi del fiume Mollarino. Nel XV secolo questo piccolo centro subì la devastazione delle truppe aragonesi di Riccio di Montechiaro e di quelle pontificie del vescovo Vitelleschi.

Nel 1656 la terribile pestilenza che colpi il Regno di Napoli, provocò la morte di tutti gli abitanti di San Biagio, che rimase disabitato fino al 1678, anno in cui l’Abate di Montecassino invitò gli abitanti del comprensorio a ripopolarlo. Un altro duro colpo fu la Seconda Guerra Mondiale, che provocò morte e distruzione.

Incurante degli uomini e delle battaglie, lo splendido bosco ci accompagna alla scoperta del lago (di Cardito) Selva e delle numerose sorgenti, tra funghi, tartufi e scenari incontaminati. Fino a non molti anni fa, a settembre, in occasione della Madonna dell’Acqua, venivano benedette le acque della fonte Rivelata in segno di prosperità e speranza. Molto sentita dagli abitanti della Valle è la devozione a San Biagio, il patrono del paese.