Il fiume Melfa prende il nome dalla dea Mefiti, protettrice di pastori ed agricoltori, come confermano i resti di un tempio dedicatole nel IV a.C. individuato nei pressi della sua sorgente, nella valle di Canneto, ai piedi del Monte Meta. Le sue acque, gelide e cristalline, assumono colorazioni esotiche, che vanno dal verde smeraldo all’azzurro marino, lungo tutta la discesa che le porta dai 1021 metri d’altitudine della sorgente ai 130 metri della piana d’Aquino, dove diventa affluente del fiume Liri.
Casalvieri e le Gole del Melfa
Il fiume, a partire da Casalvieri, scorre, per diversi chilometri, tra alte pareti di roccia, affiancato in alto sulla sponda destra da una tortuosissima strada, detta Tracciolino, lunga dodici chilometri che collega i comuni di Casalvieri e Roccasecca. Il Tracciolino, affascinante e selvaggio al pari delle Gole che attraversa, offre continuamente scorci affascinanti sia sul fiume, profondamente incassato tra le pareti delle montagne, con passaggi tra rocce assolutamente spettacolari.
L’aquila reale regina del Melfa
I dirupi, le forre e i canaloni calcarei ritmano il paesaggio, intensamente boscoso sulla sponda sinistra e a tratti roccioso, a tratti boscoso e a tratti brullo, sulla sponda destra, dove, sui fianchi più ripidi, nidificano diverse specie di uccelli rapaci. La più importante è l’aquila reale, la regina delle Gole del Melfa.
Rafting e canoa
Da fine aprile a tutto settembre il fiume è in secca o quasi, poiché il suo flusso è frenato da due dighe a monte. Da ottobre a tutto marzo invece il flusso è irruento e molti appassionati vi praticano rafting e canoa. A parte i numerosi impluvi, due soli torrenti possono definirsi affluenti veri e propri: il Rio Inferno ed il rio Contieri.
Cascatelle e marmitte
Nell’ultimo tratto il torrente Contieri offre numerosi scorci suggestivi con cascatelle e marmitte, che i più esperti possono risalire o scendere con l’ausilio di corde. Di tanto in tanto lungo le sponde si scorgono grotte più o meno profonde, dove sembra abbiano abitato i nostri antenati preistorici.
Foto: Tommasino Marsella
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