Dal 20 al 28 agosto la XII edizione del Festival delle Storie. Nove giorni di eventi nei borghi della Val di Comino, tra Frosinone e il Parco Nazionale d’Abruzzo. Tanti appuntamenti dedicati al tema “Territori che si raccontano”. Un evento diffuso in un territorio ricco di storia, gastronomia, natura e tante possibilità di accoglienza.
Immaginate una valle…
«Immaginate una valle, nel versante laziale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, sotto Montecassino, a una decina di chilometri da Sora» spiega l’ideatore Vittorio Macioce. «Una costellazione di paesini appoggiati sui monti, comunità di mille, tremila, cinquemila abitanti con rocche, castelli, piazze medievali e vicoli, un’orizzonte che si perde nel verde» è in questo orizzonte suggestivo, di cui gli organizzatori del Festival hanno saputo cogliere e raccontare la magia, che torna un appuntamento che, nel tempo, è diventato uno degli eventi più importanti del nostro territorio, conosciuto e apprezzato a livello nazionale.
Dodici edizioni e tanti ospiti
Nello scenario incantato della Val di Comino, in tutti questi anni, si sono incontrati e succeduti scrittori, giornalisti, fumettisti, registi, artisti, musicisti, tutti accomunati dalla voglia di raccontare e raccontarsi. Storie che si incontrano, che si intrecciano, si toccano, per diramarsi poi in mille direzioni e più il racconto va avanti più la storia si arricchisce e cresce.
Valorizzare i piccoli borghi del territorio
«L’avventura del Festival, quest’anno» continua Vittorio Macioce «assume un valore particolare: se uno degli obiettivi è stato sempre quello di valorizzare i piccoli borghi che sono il tesoro della nostra terra e del nostro Paese, oggi questo obiettivo diventa ancora più urgente e più concreto. La pandemia ha rimesso totalmente in discussione il vivere comune, i luoghi della quotidianità e del lavoro, il ruolo delle città e dei piccoli paesi e le risorse messe a disposizione dai programmi europei sono uno strumento e un’occasione da non sprecare. Potrebbero essere l’opportunità, finalmente, per investire nei piccoli borghi, nella messa in sicurezza dell’appennino. E’ un’idea che all’Europa piace: l’Europa ci chiede di rispettare e valorizzare il nostro passato e la nostra storia e la storia d’Italia passa attraverso i piccoli paesi».
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