Tartufi e orsi di Campoli Appennino raccontati dalla Repubblica

campoli appenninoChe sia estate o che sia inverno lo si trova sempre, profumato e goloso da utilizzare sopra primi e secondi piatti. L’amore degli abitanti di Campoli Appennino per il tartufo si perde nella notte dei tempi, quando nelle lunghe camminate solitarie, accompagnati da un fido maialino, raccoglievano considerevoli quantità del prezioso fungo. I mastri cavatori campolesi contribuiscono ogni anno ad accrescere l’intera produzione nazionale. Tra i resti del centro storico con la torre medievale, tra le viette ciottolose è tutto un profumo che emoziona di piatti cucinati ad arte. Zuppe, paste “fatte in casa”, carne tutto è condito con il tartufo.

Ma il tartufo non sarà l’unico protagonista del doppio week end. Da poco, infatti, Campoli Appennino ha dato al cittadinanza a due ospiti eccezionali: l’orsa Gill e il suo compagno l’orso Abele, che già da un anno dimora a Campoli. Più simpatica lei che come ogni “donna” ama farsi vedere e si affaccia alla recinzione per ricevere le attenzioni dei visitatori, invece lui fa “l’orso” di spalle a mangiare le carote o intento a prepararsi la tana, ovviamente singola, ma forse a Gill tanto non dispiacerà.

I fortunati forse riusciranno a vederli o scorgerne le tracce, perché è tempo di letargo e chissà se Abele e Gill non hanno deciso di posticipare il sonnellino per godere anche loro dello splendido paesaggio che sembra ricordare il Vatnajokull islandese, tra i più grandi ghiacciai del mondo. Romantico, affascinante e avventuroso ma soprattutto dietro “casa”, questo infatti è lo splendido scenario naturale che troveremo a Campoli Appennino a quasi un’ora di macchina da Roma.

Autore: Patrizia Renzetti
Fonte: La Repubblica

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