In viaggio a Canneto con frati, turisti e pellegrini

Se sulle Alpi il profilo dell’Italia poggia la testa, il cuore delle sue tradizioni batte silenzioso sugli Appennini. Ai loro piedi, tra Roma e Napoli, si distende nel Lazio la valle del fiume Liri: la culla della civiltà latina e della filosofia cristiana di San Benedetto e San Tommaso. L’anima, di radici pagane, resiste più a monte. La cercano ogni anno, dal 18 al 22 agosto, migliaia di pellegrini che abbandonano la pianura per salire fino ai 1020 metri del santuario mariano di Canneto (Settefrati), presso le sorgenti del fiume Melfa.

La festa della Madonna di Canneto

Il 18 agosto la Madonna nera viene portata in processione per 10 chilometri, da Settefrati alla valle di Canneto. Per l’occasione i fedeli giungono organizzati in “compagnie”, precedute da stendardi, da vari paesi del Lazio, della Campania, dell’Abruzzo e del Molise. Nella “tendopoli sacra” che viene innalzata, tra canti e silenzi, i loro falò illuminano la notte di questo lembo del Parco Nazionale d’Abruzzo.

Il percorso inizia da Roccasecca

Il percorso più caratteristico, lungo 40 km, inizia a Roccasecca e richiede tre giorni di cammino. è tradizione dormire la prima notte presso Atina e la seconda a Picinisco, in tenda o negli edifici messi a disposizione dagli organizzatori. Suggestivo il tratto di strada di 15 chilometri che conduce a Casalvieri, conosciuto come Tracciolino: canyon scavato dal fiume Melfa tra rocce carsiche. Le gole del Melfa, ricche di faggi e leccete, sono sorvolate da maestosi corvi e falchi pellegrini.

Casalvieri porta della Val di Comino

Presso Casalvieri, in località Casal delle Mole, attraversiamo il fiume su un austero ponte romano entrando in Val di Comino, dove incontriamo Atina, Picinisco e Settefrati. La piana di Canneto, incastonata tra i contrafforti del Massiccio del Meta, si apre a poche centinaia di metri dalla sorgente del Melfa: il santuario si erge solitario al centro, presso un lago artificiale che gli conferisce profondità.

Le tradizioni antiche dei pellegrini

La prima attestazione del santuario risale al 1288, ma già nel IV-III secolo a.C. sappiamo di un culto pagano dedicato a Mefite: una divinità legata alle acque e ai riti di fertilità. Oggi come in passato i pellegrini compiono tre volte il giro dell’edificio prima di varcarne la soglia. Quando, dopo aver raggiunto l’altare in ginocchio, li vediamo parlare con l’antica statua, ci sembra di assistere a qualcosa di straordinario: i pellegrini stanno donando all’eternità il proprio viaggio.