Alberico, il monaco che ispirò la Commedia di Dante

Alberico nacque a Settefrati nel 1101, 164 anni prima di Dante Alighieri. A nove anni si ammalò così gravemente da restare per nove giorni e nove notti immobile, in stato di incoscienza. Nonostante il tramortimento ebbe – a detta di chi lo conobbe – una “meravigliosa visione” che lo indusse a vestire l’abito monacale a Montecassino, dove divenne modello di “santa astinenza”.

Secondo alcuni studiosi, il racconto di Alberico ispirò Dante nella creazione della Divina Commedia. Di certo sappiamo che la Visione di Alberico si colloca, con una certa importanza, nel genere letterario dei viaggi nell’oltretomba. Per Jacques Le Goff contribuì a costruire l’immaginario del Purgatorio.

SINTESI DELLA VISIONE

Il viaggio all’Inferno
Alberico viene preso per i capelli da una candida colomba e portato in cielo, dove San Pietro promette di fargli vedere i regni eterni. Accompagnato da due angeli, vede una sorta di limbo dove vengono purificati i bambini, poi l’Inferno, che inizia con una valle di ghiaccio in cui sono sommersi i peccatori. Proseguendo, si imbatte in una serie di altissimi alberi da cui penzolano donne con i seni trafitti e con due serpenti che gli succhiano le mammelle perché in vita si rifiutarono di nutrire i loro bambini. Poi, globi di fuoco, un lago infuocato dove si puniscono gli assassini. A chi in vita non osservava i giorni di festa comandata, viene riservata una grande scala ardente. Un vaso con metalli liquefatti è la giusta punizione per chi tollera un sacerdote peccatore. Infine, la “bocca del baratro infernale simile ad un pozzo” dove vengono condannati i peccatori più gravi, tormentati da scorpioni, demoni “in figura di cane e di leone” e un verme di smisurata grandezza, legato aduna grandissima catena.

Dal Purgatorio al Paradiso
Un ponte di ferro lo introduce nel Purgatorio. Su un campo di spine vede un enorme drago cavalcato da un diavolo che tormenta le anime tra i rovi. Giunto nei pressi dì un campo fiorito, che profuma di gigli e di rose, vede i sette cieli del Paradiso: Meridiana, Marte, Mercurio, Orleon, Junio, Venustion e Anapecon. Nel sesto cielo incontra angeli, arcangeli, patriarchi, profeti e apostoli, nel settimo i cherubini che lodano Dio. Infine San Pietro prende una carta scritta a caratteri minuti, la piega, la introduce nella bocca di Alberico e gli raccomanda di non rivelare a nessuno quanto visto.

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