Giovanni Paolo II passò tre giorni di assoluto riposo nella Valle di Canneto, lontano da Roma e nella quiete delle Mainarde. Era il luglio del 1985, i primi giorni del mese, quando l’elicottero con a bordo il Pontefice si posò su una spianata della Valle di Canneto, in territorio del comune di Settefrati, in Ciociaria. Lì, a 1200 metri tra le ripide pareti del massiccio della Meta, sorge la valle scavata dal fiume Melfa e sulle cui rive è edificato il santuario della Madonna di Canneto. Più oltre, quando i boschi secolari si infittiscono, si erge la casa salesiana don Enrico Vitti.
Fu qui che il Santo Padre venne ospitato per tre giorni; l’alloggio era al terzo piano della casa in una stanza umilmente arredata. Con lui c’erano quattro accompagnatori e tre giovani sacerdoti salesiani, don Pierfausto (oggi responsabile dei salesiani in oriente), don Bianchini e don Clemente. La presenza del Papa sui monti della valle di Comino fu tenuta segreta a tutti: né il vescovo della diocesi di Sora, né i sacerdoti del santuario della Madonna di Canneto, né il prefetto di Frosinone e neppure le forze dell’ordine furono avvisate del suo arrivo. A chi vide atterrare l’elicottero (a luglio quelle zone sono meta di escursionisti) fu detto che era un mezzo della protezione civile in perlustrazione per verificare i danni del terremoto avvenuto qualche mese prima.
«Dissero che l’elicottero aveva a bordo l’allora sottosegretario Zamberletti», ci racconta Domenico Vitti attuale direttore amministrativo della casa salesiana don Enrico Vitti. Durante quei tre giorni, il Papa fece altrettante escursioni: la prima fu alla località Schioppaturo. Qui una caratteristica cascata lo vide arrivare, vi si fermò e si raccolse in meditazione leggendo un testo sacro. Il giorno dopo Giovanni Paolo II partì per l’escursione più lunga: una camminata di quasi cinque ore fino ai 2.240 metri della Meta. Durante la terza escursione, verso la località Tre confini, il Santo Padre si riposò costruendosi un giaciglio di fortuna con qualche frasca e una coperta sulle spalle.
In nessuno dei tre giorni fu visto o si incontrò con gente del luogo: quando il Papa era in cammino per quei sentieri, l’efficientissimo servizio d’ordine lo precedeva impedendo così possibili incontri. Qualcuno pubblicò alcune foto di quelle escursioni, ma venne detto che il Papa si era recato sulla Maiella. Il segreto di chi sapeva ha incastonato per anni quella storica visita. Tra di loro la signora Antonietta Nizzardo di Settefrati, all’epoca ottantenne: era lei che aiutava a servire il cibo ai sacerdoti e agli ospiti della casa salesiana. La signora Antonietta è deceduta da quattro anni: soltanto a pochi giorni dalla morte ammise qualcosa.
In quei tre giorni era lei che portava il vassoio con le vivande dalla cucina su al terzo piano, alla stanza del Papa. Era in quella stanza che Antonietta e gli ospiti della casa salesiana assistevano alla santa messa officiata ogni giorno dal Santo Padre, devoto di don Bosco. La terra della Valle di Comino, in uno dei suoi luoghi più suggestivi, carico di storia e di religiosità, può essere fiera di aver ospitato, seppur in incognito, Papa Giovanni Paolo II e la casa salesiana don Enrico Vitti può a ragione essere compresa tra quei luoghi benedetti dal grande Papa polacco.
∴ Autore: Marco De Luca
∴ Fonte: Il Tempo
∴ Data pubblicazione: 8 aprile 2005