Dalla relazione del 1996, in cui il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali decretava la tutela vincolistica perché bene “particolarmente importante”, risulta che la Villa fu costruita nel 1853 dal parroco don Francesco Nardone ed ereditata da Felice Grancassa, bambino adottato dal sacerdote. La villa era costituita da sale e saloni riccamente decorati, un imponente portale d’ingresso scolpito da artisti sandonatesi: sul portale un’epigrafe in lingua latina, ricorda la costituzione della famiglia Grancassa e le sue prime realizzazioni. Monumentale ed elegante è lo scalone d’onore che conduce ai piani alti.
Il parco nato come giardino all’italiana
Di particolare rilevanza è il parco, che si inserisce nel “volto architettonico” del contesto urbano, rappresentando nell’insieme un pregevole complesso architettonico. La relazione del Ministero evidenzia che è «impreziosito da evidenti ed unici elementi artistici giudicati rilevanti, essendo esempio della tipica residenza nobile della fine del XIX secolo, in quest’area del “Mezzogiorno d’Italia”». Il parco nacque come giardino all’italiana. Di specifico interesse sono un tasso e alcuni bossi secolari che costeggiano il vialetto principale.
Da residenza di Felice Grancassa ad Albergo
La ricchezza della famiglia fu compensata dalla generosità con la quale Felice Grancassa accolse umili, potenti, questuanti e vescovi. Proverbiali i suntuosi ricevimenti organizzati al termine di fortunate battute di caccia. Nel giro di tre generazioni, complice anche la mancanza di eredi maschi, della famiglia Grancassa non rimase traccia. Un secolo più tardi, nel 1953, la villa divenne località di villeggiatura per seminaristi. A partire dal 1992 Villa Grancassa è stata trasformata in un lussuoso albergo-ristorante.