Il fiume Melfa è protagonista del nuovo appuntamento del ventennale dell’istituzione dell’Archeoclub “Val di Comino”. Il convegno si terrà sabato 16 novembre 2019, alle ore 17:30, presso la Sala Consiliare di San Donato Val di Comino e sarà incentrato sulla tematica delle acque nel territorio. Nell’incontro, che rientra nella quinta edizione della manifestazione “Scorrendo con il Liri”, si parlerà di archeologia, di religione e delle attività economiche e produttive – come opifici, mulini e cartiere e via di seguito – sviluppate lungo il percorso del fiume.
IL FIUME MELFA
Affluente di sinistra del Liri, in cui si getta dopo un percorso di circa 40 km, il fiume Melfa presso Picinisco, sgorga da un’alta roccia calcarea nella Val di Canneto, a m 1020 s.l.m., nel territorio di Settefrati. La sorgente è legata a leggende e devozioni popolari fin dall’antichità. Dopo una serie di balzi e cascatelle, percorre la Val di Comino: Picinisco, Atina – dove riceve da sinistra le acque del rio Mollarino – Casalattico e Casalvieri. Dopo Casalvieri scorre per 15 km in una profonda gola scavata nelle propaggini del Monte Cairo, alla fine della quale raggiunge la valle del fiume Liri, in cui si getta nei pressi di Roccasecca.
IL PRIMO ACQUEDOTTO
Il primo acquedotto che captò le acque del Melfa fu costruito nell’ultimo decennio del 1800 dal consorzio dei comuni di San Donato, di cui faceva parte anche Gallinaro, e di Settefrati su iniziativa del sindaco Carlo Coletti di San Donato. Il comune di San Donato fu autorizzato ad effettuare i lavori a patto che, a proprie spese, avesse realizzato a Settefrati due opere compensative: una pubblica fontana con abbeveratoio e un lavatoio pubblico. San Donato e Settefrati, nonostante questo ulteriore ostacolo, consegnarono i lavori all’impresa nel gennaio 1898. L’acqua giunse nei paesi nell’estate del 1900.
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Foto: Tonino Bernardelli