Una scuola dove insegnare ai giovani a fare gastronomia ma anche agricoltura ed enologia, un luogo dove educare alle eccellenze del nostro Paese e dove apprendere l’arte dell’accoglienza. Sorgerà a Picinisco, in Val di Comino, provincia di Frosinone, ideata da un imprenditore scozzese di origini italiane già inventore di un albergo diffuso nel borgo a un passo dal Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, Cesidio Di Ciacca che ha creato una fondazione per sostenere l’iniziativa e ha avuto il supporto dell’Università di gastronomia di Scozia e contatti con enti e istituzioni italiane.
UN PROGETTO PER I GIOVANI
Obiettivo primario di Di Ciacca, quello di «dare una speranza ai giovani affinché non abbandonino l’Italia e in particolare la Val di Comino» dalla quale i suoi antenati partirono insieme a tanti altri per la Gran Bretagna e oggi tornano ogni estate insieme a parenti e amici perché non vogliono “tagliare le radici” con un luogo magico e incontaminato. Una terra di mezzo, la chiamano, l’ antica valle a metà tra Roma e Napoli, che porta ancora i segni della Linea Gustav, costruita dai tedeschi nella seconda guerra mondiale.
UNA TERRA RICCA DI STORIE
Dalla Val di Comino e da Picinisco in particolare sono partiti anche uomini e donne per fare i modelli e oggi possiamo ritrovare i loro lineamenti nei musei di mezzo mondo. Ma da qui hanno anche preso la strada dell’emigrazione giovani che hanno portato l’arte del gelato in Inghilterra e Scozia. Nella valle non si contano i tesori dell’enogastronomia da scoprire. Dai formaggi, primo fra tutti il pecorino dop di Picinisco, da gustare in un luogo inaspettato come la casa dove lo scrittore D.H. Lawrence trascorse un periodo della sua vita e ambientò il romanzo La ragazza perduta. Centro studi, luogo riconosciuto da Ministero dei Beni culturali e ambientali, la vecchia casa ospita studiosi e ammiratori dell’autore de L’amante di Lady Chatterley ma anche buongustai che hanno a disposizione non un carrello dei formaggi ma una vera caciosteria gestita da un giovane pastore colto e ospitale di nome Loreto.
PRODOTTI E GOLOSITA’
Marzoline, ricottine, formaggi blu la fanno da padroni sulla tavola in mezzo ai campi di margherite gialle di topinambur. Poi ci sono l’olio, il fagiolo cannellino dop, i torroni, prodotti in una pasticceria che ha sede in un antico convento costruito dal duca di Alvito. E ancora le carni degli bovini di pura razza marchigiana allevati allo stato brado a quota duemila metri come quelle che si possono acquistare alla Bottega del Macellaio di Casalvieri, o assaggiare insieme tartufi, farro e cacciagione alla Locanda di Arturo.
VINI E CANTINE
Quanto al vino a Picinisco e in Val di Comino si sperimenta su vitigni autoctoni dimenticati, come il marturano bianco, studiato dal professor Mariano Nicotina e prodotto in molte aziende locali, quasi tutte peraltro vitate a Cabernet di Atina, doc della zona. E il cabernet ha molte declinazioni nelle oltre trenta cantine della valle, dove qualche volta anche l’archeologia industriale fa la sua parte come nel caso de La Ferriera, azienda di proprietà dell’ingegnere Lucio Mancini situata proprio in una antica ferriera ristrutturata.
SCOPRIRE LA VALLE
Un tour a Picinisco non può tralasciare la sosta per una pizza che qui ha una eccellenza grazie a Emanuele De Vittoris, cultore di farine e lievi selezionatissimi nel locale Bellavista. Laureato all’Università di Pollenzo e di Pisa, il giovane offre una straordinaria e inaspettata varietà di pizze e presidi Slow Food. Poi da queste parti ci sono le abbazie di Montecassino e Casamari, tanta storia non solo enogastronomica, e tanta natura, con montagne e corsi d’acqua di grande suggestione, come nel caso del fiume e del lago di Posta Fibreno dove una giovane romana di nome Miriam ha scelto di restaurare un casale di famiglia per dare alloggio e buona cucina ai tanti turisti stranieri in transito per la Val di Comino, nel suo agriturismo davanti alle sponde del lago che ha chiamato La pesca.
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Fonte: Agi.it
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