Le tradizioni settecentesche della festa di Santa Costanza

storie_26-08-17La festa di Santa Costanza, compatrona di San Donato Val di Comino, è antica e carica di suggestione. Si svolge dal 1756, l’anno in cui furono traslati nel Duomo i resti mortali della giovane Costanza, martire romana del IV secolo, sepolta nelle catacombe di Sant’Agnese. I festeggiamenti sono ricchi di atmosfera e gusto per la tradizione.

LA TRADIZIONE DELLE CIPOLLE
Santa Costanza è festeggiata soprattutto dai giovani e dalle donne non sposate (dette “cipolle”) con rievocazioni in costume, giochi popolari, la veglia notturna, fuochi d’artificio, concerti musicali e una solenne processione dove è portata in trionfo da dodici giovani in abito settecentesco. La domenica mattina è da non perdere il Mercatino di Santa Costanza, tradizionale fiera dedicata ai cocci e alle cipolle. Anche il menù storico della festa, che si può degustare la domenica mattina, è rigorosamente a base di cipolla: cipollata, spezzatino con le cipolle, insalata mista, pan di spagna e orzata da sorseggiare.

IL MERCATINO DEI COCCI
Il mercatino di Santa Costanza è una fiera, tra arte e artigianato, che entusiasmava tanto i nonni, quando da bambini aspettavano la festa per farsi regalare, fischietti e piccoli giocattoli “rigorosamente”… di coccio! Per le madri invece, il mercatino era l’occasione per acquistare – in vista dei rigori dell’inverno – pignatte, piatti e la “n’zerta” di cipolle. Strettamente legato alla festa è anche l’acquisto dei salvadanai (in dialetto “car’siegl’”). Secondo la tradizione dovevano essere rotti in concomitanza con la festa. Con il denaro risparmiato i maschietti comperavano i fischietti di coccio, mentre le femminucce le “cucc’tèll’”: giocattoli sempre in coccio che riproducevano le miniature di pignatte, tegami e quant’altro utilizzato in cucina. Con la somma rimanente veniva infine acquistato un nuovo salvadanaio che poteva essere riempito fino alla festa dell’anno seguente.

LE COMMARELLE DI SANTA COSTANZA
Come a Canneto, anche a San Donato le ragazzine legavano per sempre la loro amicizia diventando “commarelle”. Le giovani si davano appuntamento il giorno della festa di Santa Costanza all’ingresso del Duomo, nei pressi dell’acquasantiera. Preso un sassolino, lo bagnavano nell’acqua santa. Con il segno della croce si segnavano reciprocamente e poi baciavano il sasso. Nel corso del rituale veniva recitata la seguente frase:
– “C’mpar’ S. Giuvuann’, battezzam’ st’ puann’, st’ puann’ sta batt’zzat’, sempr’ ch’mbar’ n’ sem’ chiamat’. (Stringendosi la mano tre volte si ripeteva:) C’mmar’! C’mmar’! C’mmar’!”
Con la protezione di Santa Costanza, quella speciale amicizia sarebbe durata per tutta la vita, aiutando le “commarelle” anche nelle difficoltà della vita adulta.

LA RICETTA DELLA FESTA: SPEZZATINO  CON  LE CIPOLLE
Fate soffriggere a fuoco lento, in una tiana, un trito di cipolla e carota in olio di oliva. Quando la cipolla è dorata, aggiungete 500 gr di spezzatino di vitello, che farete rosolare per cinque minuti. Bagnate lo spezzatino con un bicchiere di vino bianco, dopodiché salate, pepate e – a metà cottura – aggiungete 5 o 6 cipolle tritate a fettine sottili. Coprite con acqua e un po’ di vino e lasciate proseguire la cottura sempre a fuoco lento. Buon appetito!