Il nuovo è antico: l’arte contemporanea internazionale è ad Atina

Mercoledì 28 dicembre 2022 sarà inaugurata ad Atina, alle ore 17:30 presso Palazzo Cantelmo, la mostra d’arte contemporanea “Il nuovo è antico”, dedicata alle opere dell’artista cipriota Umit Inatci e dell’artista iraniano Bezhad Yahaghi. L’esposizione, curata da Anna Cautilli, è corredata da un testo di Bruno Corà, critico e storico dell’arte curatore di diverse biennali internazionali d’arte e di mostre di artisti internazionali.

La mostra nelle parole di Bruno Corà

«I due artisti vantano origini e appartenenze a culture millenarie e di grande prestigio, come quella insulare mediterranea turco-cipriota e quella mediorientale persiana, ricche di storia e di arte con cui l’Europa e i suoi paesi hanno avuto in diverse epoche vicende e avvenimenti condivisi. Ciò significa offrire una visione del presente diversa dal passato e propositiva di un futuro. Di Umit Inatci e Bezhad Yahaghi ho seguito gli esordi giovanili, quando i due artisti preparavano e affinavano, in Italia e in altri paesi, le loro diverse modalità di fare pittura e arte.»

L’incontro con Umit Inatci

«Inatghi alla scuola di pittura di Nuvolo e di Antonio Gatto, presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia, si distingueva per il suo progetto linguistico visivo. Il suo cammino, attraverso gli anni e le esperienze compiute, è divenuto complesso, raggiungendo una maturità artistica: la sua pittura è divenuta di fase in fase, fonte di una plasticita dove i morfemi sono divenuti emblemi fisici e plastici, dove il mitico si è declinato in alchemico e in poetico e dove i segni ideati sono divenuti materiali con proprietà atrto espressive a partire dal loro vissuto di “cose” significanti e significative».

Il percorso di Bezhad Yahaghi

«Dotato di una manualità particolare e di un’attitudine alla sperimentazione riguardante il rapporto tra mezzi operativi e supporti, Yahaghi si mostra portato a verifiche delle reazioni materiche (ad esempio liquidi acrilici su carte lucide o inchiostri su carte bagnate) che tuttavia seguono un intuitivo processo che porta con frequenza a una vera propria illuminazione poetica. Il vuoto gioca un ruolo essenziale nei dipinti diventando un magnete che attrae la percezione complessiva dell’opera».