Trovare le dieci creature mostruose e leggendarie della Val di Comino

La Val di Comino è terra di antichi misteri. Percorrendo i borghi, le foreste, i corsi d’acqua ci tornano alla memoria storie e leggende raccontateci dai nostri nonni. Spesso si trattava di creature relegate nel mondo della fantasia, altre volte ci apparivano reali e più terrificanti di tanti mostri visti al cinema o in televisione. Qui di seguito vi presentiamo, in ordine crescente, una panoramica dei personaggi simbolo della valle. Mentre prepariamo la pagina ci è giunta notizia di un pesce misterioso che vive sotto il Castello di Alvito. Appena ne sapremo di più vi informeremo. Buon Halloween!

 10 – LE STREGHE GUARITRICI
Le maghe (o streghe guaritrici) sono un classico della medicina antica. Dai resoconti dei processi per stregoneria del Cinquecento si evidenzia, nell’attività delle cosiddette streghe, la pratica della magia e della medicina. Le tracce più interessanti di guaritrici le ritroviamo a Posta Fibreno, dove combinano – con ottimi risultati – erbe, alghe e rituali ancestrali. In molti casi sono temute perché operano fuori e contro l’autorità laica e religiosa: fin da allora curare le malattie che la medicina ufficiale non riesce a sanare conferisce a queste donne un potere che sia la Chiesa e sia lo Stato intendono contrastare.

9 – IL SERPONE
Dai racconti delle nonne, nelle campagne della valle vivono enormi serpenti, non velenosi, dalla testa grande come quella di un bambino. Nel caso questo venga colpito o tagliato, dai pezzi del serpente ne rinasceranno altri. A sua volta il rettile ferito diventa vendicativo e perseguita colui che l’ha mutilato e quanti lo incontrano o ne pronunciano il nome. Altri racconti vogliono che di notte si infili nei letti delle donne, attirato dall’odore del latte. Il serpone prende il posto del neonato, succhia il latte e porge la coda, a mo’ di ciuccetto, al piccolo in modo che non pianga e e svegli la madre.

8 – IL MONACELLO
I monacelli sono folletti scherzosi e burloni. Si tratta di bambini morti prematuramente o che dovevano nascere e per i più svariati motivi non sono riusciti a nascere. Nel Pragmatica de locato et conducto (una raccolta di leggi e consuetudini che regolavano nel XVI secolo gli affitti delle case nel Regno di Napoli) troviamo un intero articolo di legge dove si dice esplicitamente che qualora il locatario venisse assalito dagli spiritelli maligni chiamati “monacelli”, gli è permesso abbandonare l’abitazione senza il pagamento della pigione. A San Donato sono molto diffusi, soprattutto nelle case della Sbarra, dietro il Duomo di Santa Maria e San Marcello. Da qui, attraverso un comodo sentiero, raggiungono le miniere di ferro di Monte Calvario. Nella notte tra il 1° e il 2 novembre i bambini del paese si mascheravano da monacelli e bussavano di casa in casa per farsi dare dolci.

7 – LE AMAZZONI
In epoca arcaica la donna era a capo della famiglia. Gli antenati dei cominesi di oggi erano i Volsci, attestati da prima dell’VIII secolo a.C. Nell’Eneide Virgilio ricorda la “potente Atina” perché costruiva armi per l’esercito italico, utilizzando il ferro presente sulle montagne del massiccio del Meta (tra Picinisco, Settefrati e San Donato). A capo dei Volsci c’era Camilla, regina guerriera consacrata a Diana, la dea della caccia. La regina era protetta da fidate amazzoni. Le foreste della Val Canneto e la sorgente del Melfa erano tra i luoghi in cui si ritempravano e si esercitavano all’arte della guerra. A vegliare su di loro, Diana e Mefite.

 6 – IL BOBBO (O UOMO NERO)
Il Bobbo è l’Uomo nero, l’orco delle fiabe. In molte regioni è detto “Babau” (più raramente Babao, Barabao o Baubau) e corrisponde alla tradizione inglese del boogeyman (bugaboo). Questo mostro, dalle caratteristiche non troppo definite, viene tradizionalmente evocato per spaventare i bambini: «Non andare lì, c’è il Bobbo» oppure «Se non la finisci chiamo il Bobbo!».

5 – LE ONDINE
Le ondine (dal latino unda: onda), sono creature leggendarie elencate nelle opere di Paracelso. Le ritroviamo nel folklore europeo, in cui appaiono descritte, in genere, come spiriti acquatici. In Val di Comino sono state avvistate all’alba e al tramonto nel lago di Posta Fibreno. Queste creature misteriose hanno il corpo di una adolescente con la coda di pesce. Sono esseri innocui e amichevoli, ma diffidano molto degli umani.

4 – I LUPI MANNARI
Il licantropo, detto anche uomo lupo o lupo mannaro, è una delle creature mostruose più comuni della vale. Il lupo mannaro è un essere umano condannato da una maledizione (secondo alcuni sono così dalla nascita) a trasformarsi in una bestia feroce a ogni plenilunio. Diversi asseriscono di averlo visto mentre cercava refrigerio nelle pozze d’acqua o nelle fontane. Altri mentre si rivoltava tra gli sterpi e nella boscaglia. Il giorno dopo, al risveglio, il “lupo” non ricordava nulla di quanto accadutogli.

3 – IL DRAGO DELLA TORRE
Sotto la torre di San Donato, un tempo collegata con un cunicolo ai sotterranei del Santuario, vive un drago di guardia a un tesoro. Il drago, con la sua forza tellurica che scaturisce dalle viscere della terra e la sua forza eterica che discende dal cielo, non è ne dio né diavolo, ma associa in sé entrambe queste due forze occulte. Una curiosità: Giulio Prudenzio (1574) ci racconta che San Donato ebbe origine da Itri; nella città pontina esiste invece la Torre del coccodrillo.

2 – IL DEMONE DI FOSSA MAIURA
Tra Alvito e Campoli c’è Fossa Maiura, una suggestiva dolina carica di mistero. Secondo gli abitanti di Val di Rio, un giorno di luglio di oltre un secolo fa, un contadino che abitava nei pressi della dolina fu invitato da un viandante dall’aspetto signorile a seguirlo in cambio di oro e denaro. Dopo essere arrivati ai bordi della dolina, i due scesero e penetrarono all’interno di una grotta ricolma di ricchezze e gemme preziose. Abbassando lo sguardo, il pover’uomo vide che i piedi del distinto signore erano simili a quelli di un caprone. Solo allora capì di trovarsi di fronte a un demone. Dopo aver invocato «Gesù, Giuseppe e Maria», riuscì a raggiungere la superficie.

1. IL FANTASMA DI ALEJANDRA
Nel XV secolo, durante il dominio aragonese, nel castello di Vicalvi risiedeva Alejandra Maddaloni, moglie di un nobile di origine spagnola spesso assente da casa. La castellana, per colmare il vuoto della solitudine, iniziò a consolarsi adescando uomini giovani e aitanti. Gli amanti designati cadevano nella sua trappola. Il giorno seguente, dopo una notte d’amore, venivano uccisi da un servo e i loro corpi abbandonati lontano dalla fortezza. Tuttavia le voci su di lei cominciarono a girare e alcuni cadaveri vennero ritrovati orrendamente straziati nonostante le precauzioni dell’inserviente. Il marito, uomo retto e giusto, la fece rinchiudere in una delle torri, dove venne incatenata e murata viva. Il fantasma di Alejandra, di una bellezza indescrivibile, attira ancora oggi giovani forestieri donando loro una notte di passione e una morte prematura. In effetti, gli incidenti definiti “strani” dalle autorità, non sono pochi…