Noemi, Katrin e Liliana, le bambine ebree nate in Val di Comino durante l’internamento

storie_26-01-15Con l’entrata in guerra dell’Italia (1940), il governo varò misure per l’internamento dei prigionieri nemici, seguendo l’esempio della Germania, della Francia, della Gran Bretagna e di altre nazioni. L’internamento fu motivato come strumento per garantire la sicurezza interna e la sicurezza militare – ad esempio contro lo spionaggio – e con esso si voleva evitare che uomini abili al servizio militare lasciassero il paese e si arruolassero nell’esercito nemico.

I CAMPI DI INTERNAMENTO
L’internamento, che all’origine non aveva nulla a che vedere con la politica razziale, entrò in stretta relazione con la questione ebraica: il 15 giugno fu ordinato l’arresto degli uomini ebrei di età compresa tre il 18 e i 60 anni, di nazionalità tedesca, polacca e ceca oppure apolidi. Le donne e i bambini furono allontanati dalla loro residenza e concentrati in luoghi isolati sotto il controllo della polizia nel cosiddetto “internamento libero”.

NOEMI, KATRIN E LILIANA, LE BAMBINE EBREE NATE DURANTE L’INTERMENTO
In provincia di Frosinone per i campi di “internamento libero” furono scelti i comuni di Fiuggi, San Donato e Picinisco. Gli ebrei ospitati a Picinisco furono 16, provenivano da Germania, Polonia e Turchia. A San Donato erano invece 25, originari di Ungheria, Germania, Polonia, Cecoslovacchia e Austria. Durante la permanenza in valle nacquero Noemi Levi a San Donato (16 giugno 1942), Katrin Tenenbaum (1 luglio 1942) e Liliana Salzstein a Picinisco (29 settembre 1943). La piccola Noemi morì ad Auschwitz, di Liliana non si conosce la sorte, Katrin invece è sopravvissuta.

DISPOSIZIONI PER GLI INTERNATI
Secondo le disposizioni, gli internati non potevano allontanarsi dal comune, rincasare un’ora dopo il tramonto e non portare armi. Dovevano invece tenere una buona condotta e presentarsi ai Carabinieri ogni mattina alle 9. Agli ebrei veniva garantito – quando le casse comunali lo permettevano – un sussidio giornaliero per gli alimenti, le medicine e le cure mediche. I rapporti con gli abitanti della valle furono buoni e molti si prodigarono per aiutarli. In maniera limitata, come a Picinisco, si verificarono casi di violenza.

1944, LA VALLE RETROVIA DEL FRONTE DI CASSINO
Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la successiva occupazione tedesca le cose cambiarono. Per non finire nei campi di sterminio gli ebrei furono costretti a nascondersi: mentre quelli di Picinisco riuscirono a salvarsi, quelli di San Donato videro aprirsi le porte dei lager: su 25, 16 furono catturati e quasi tutti – come la piccola Noemi – finirono i loro giorni ad Auschwitz. Nel 2013 il Comune di San Donato ne ha onorato la memoria erigendo un monumento (nella foto) nei pressi del municipio.