Il Museo archeologico di Atina e della Val di Comino conserva numerosi resti provenienti oltre che da Atina, da San Biagio Saracinisco (località Omini Morti) e dal tempio di Mefite a Casalvieri (località Pescarola). Si possono ammirare reperti volsci ritrovati in una tomba di rango principesco, ceramiche di impasto di vario tipo, anforette di tipo Alfedena, olle di varia grandezza, oinocchoe in argilla depurata e bucchero che giustificano la presenza commerciale degli etruschi in Val di Comino. Le numerose punte di lancia testimoniano lo spirito combattivo dei Sanniti.
Dal museo raggiungiamo Palazzo Cantelmo dove possiamo ammirare: una statua togata, la cui testa veniva sostituita alla proclamazione di ogni nuovo imperatore; diverse epigrafi murate; i resti di alcune colonne, un fregio dorico e un coperchio cinerario riportante la scritta “OSSA”; il bellissimo mosaico dedicato a un guerriero romano (per alcuni studiosi si tratta di un soldato sannita) rappresentato nudo, con indosso un elmo crestato, il mantello, l’asta e lo scudo, raffigurato in quattro distinti atteggiamenti che evidenziano i diversi momenti di un combattimento. Di notevoli dimensioni (7,30×4,20 metri) e pregevole fattura, l’opera è realizzata con tessere bianche e nere. In origine ornava l’atrio di una ricca domus romana.
Lasciato il centro storico di Atina raggiungiamo il cimitero di San Marco. L’area è di interesse in quanto custodisce i resti di una domus, di cui sono visibili gli ambienti periferici, i pesi per i telai, due vasche di cui una in pezzi, i contrafforti in laterizio e i resti di un’ara, di una pavimentazione e di mura poligonali di terza maniera. Documenti medievali ci informano che nell’anno 70 venne costruita sui basamenti del tempio di Giove la chiesa di San Pietro, la prima di Atina e la più importante fino all’anno Mille. Alcune epigrafi e tratti di mura reticolate, completano la visita.
Della Porta Aurea, la grandiosa porta in bronzo intarsiato nella cui sommità era collocata la statua di Ercole che tutti coloro che la varcavano dovevano adorare, non rimane che la sola ubicazione.
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