Cinta muraria megalitica (Vicalvi)

vicalvi-mura-poligonaliTra i resti archeologici di Vicalvi, sono degne di attenzione le mura poligonali, oggi visibili al di sotto delle mura del Castello e del borgo medioevale. Dall’analisi dei resti megalitici, si deduce che Vicalvi (Vicus Albae) fosse un insediamento dotato di una propria organizzazione sociale e militare, la cui economia era basata sulla pastorizia e l’agricoltura. Le prime notizie documentate risalgono al 1574, quando Giulio Prudentio definiva Vicalvi “antico per li sassi grossi et sanza calce, simili a quelli che circondano Arpino”.

Le origini del primitivo abitato si possono datare tra l’VIII e il VII secolo a.C. La cinta muraria fu costruita tra il V e il IV secolo: come nei restanti territori della Val di Comino, si può far risalire ad una fase di insediamento volsca e prevolsca. Le mura seguono l’andamento morfologico del terreno per oltre 130 metri e sono formate da massicci blocchi di pietra appena sbozzati di prima maniera.

Più a monte è visibile un secondo tratto, che segue la direzione del Castello ed è costruito con una tecnica attribuibile tra la prima e la seconda maniera. Secondo uno studio di Italo Biddittu e Marcello Rizzello l’insediamento di Vicalvi potrebbe identificarsi con un villaggio denominato Komno o Cominium, un toponimo molto diffuso tra i popoli sabellici, ma non corrispondente alla Cominium distrutta dalla guerra tra Romani e Sanniti  nel 293 a.C.

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