Castello di Vicalvi

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Aveva la fama di essere inespugnabile. All’interno era armato di «artiglierie, moschettoni, balestre, corsaletti, armi in asta, munitione per far polvere» e vi si accedeva attraverso un ponte levatoio e «porte molto ben guardate, fiancheggiate, et forti”. La sua posizione ne fece un punto strategico di prim’ordine nell’assetto militare della Val di Comino a difesa del Ducato e del confine settentrionale del Regno di Napoli.

Il tipo di architettura militare presente nel Castello si riscontra più frequentemente nell’area alpina che non in quella appenninica e in questo consiste l’originalità della fabbrica. Il castello ebbe origine nel IX secolo come luogo di rifugio per le monache della chiesa di San Nicandro in occasione di «turbulentie o altri sospetti».

Nei secoli, numerosi sono stati gli ampliamenti migliorativi. Nel 1595, in una relazione commissionata dal cardinale Tolomeo Gallio, veniva descritto così: «Questa fortezza hà dentro buona abitatione, et copia di stanze per il Signore, et sua famiglia, et soldati, sendoci doi sale, Camere assai, Logge, Cortile, cantine, Tinelli, Cucine, Granari, Stalle Cisterne; con buone acque fresche, un poco di Giardino, Forno, Fucina, prigioni, et altre officine. S’entra per ponte levatore, et per entrarvi dentro bisogna passare tre porte molto ben guardate, fiancheggiate, et forti».

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