Falsificavano i documenti personali degli ebrei per salvarli dalle deportazioni tedesche. Protagonisti di questa vicenda eroica alcuni sandonatesi che lavoravano o frequentavano il comune al tempo dell’occupazione tedesca del 1943-1944: i signori Donato Coletti (zio e nipote, omonimi), il podestà Gaetano Marini (che aveva fama di fascista duro) e le signorine Pasqualina Perrella, Carmela Cardarelli, Maddalena Mazzola e Rosaria De Rubeis.
Mettendo a repentaglio la loro vita, (i tedeschi fucilavano o deportavano chi aiutava gli ebrei o i prigionieri di guerra evasi) questi eroi distruggevano dapprima il documento d’identità originale di quegli ebrei che potevano aiutare per poi rifargliene uno nuovo, del tutto falso, con generalità italiane, in modo che la temibile “Feldgendarmerie” (la polizia militare tedesca) non potesse identificarli. Tutti questi documenti come abbiamo avuto modo di vedere, portano la firma del podestà Gaetano Marini che era perfettamente consapevole del pericolo che correva.
Il trucco funzionò per molto tempo e alcuni ebrei, tra cui il protagonista della nostra storia, riuscirono a salvarsi dalle camere a gas. Altri, meno fortunati, purtroppo, furono tratti in inganno dai tedeschi con uno stratagemma che prometteva loro falsamente la vita e condotti ad Auschwitz, come raccontato dettagliatamente dal professor Domenico Cedrone nella sua relazione sugli ebrei a San Donato. I tedeschi quindi capirono il trucco dei documenti falsi e non poterono punire i responsabili solo grazie alla rottura del fronte di Cassino, nel maggio del 1944, che li costrinse a ritirarsi.
Effettuarono però degli interrogatori, come vedremo in seguito dal racconto di una delle protagoniste. Questa bella e commovente storia, che era stata dimenticata fino ad oggi, è tornata d’attualità per merito della signora Renee Sera, figlia di uno di quegli ebrei che riuscì a salvarsi grazie ai documenti falsi, che è tornata a San Donato tempo fa per vedere i luoghi tanto cari a suo padre, Samuel Berlin, che oggi ha 75 anni e vive a San Francisco, in California. Samuel Berlin è un ebreo di origine russa, nato ad Anversa, in Belgio il 13 luglio del 1925. Da lì fuggì per evitare le persecuzioni naziste e si rifugiò in Italia, dove gli ebrei, nonostante il fascismo, godevano di una certa tranquillità, almeno fino al quel fatidico 8 settembre del 1943.
(continua)
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• Autore: Francesco Perrelli
• Fonte: Ciociaria Oggi (22 novembre 2000)