Aniceto Ferrante nacque ad Atina nel 1823 da Giovan Battista e Caterina Panicali Rossi. Il giovane Aniceto rinunciò alla ricca primogenitura per entrare nell’ordine religioso dei Filippini di Napoli, dove fu apprezzato per le conoscenze dottrinali e lo stile sobrio. Oratore sacro e confessore ambitissimo, fu incaricato dai superiori a uffici rilevanti. Tra i suoi estimatori ebbe papa Pio IX e lo scrittore Silvio Pellico, che gli dedicò una poesia.
STUDIOSO E SCRITTORE SACRO
Intrattenne relazioni con scrittori, letterati, vescovi e cardinali tra cui il cardinale Capocelatro, legati da una fortissima amicizia. Si dedicò alla scrittura di libri di ascetica, di polemica, di vite di santi, omeliari. Tra le sue opere più note le biografie del Venerabile Giovenale Ancina, di San Francesco Caracciolo, di San Pietro d’Alcantara, di Santa Francesca dalle cinque piaghe e di San Vincenzo Ferreri.
VESCOVO DI GALLIPOLI
Nel 1873 Pio IX lo elevò alla sede vescovile di Gallipoli e il 23 marzo fu consacrato vescovo in Santa Maria in Vallicella, la chiesa romana dell’ordine dei Filippini. Poco tempo dopo, a causa di problemi di salute, chiese di venire esonerato dall’incarico. Nominato vescovo titolare della sede di Callinico, amministrò la diocesi di Gallipoli fino al 17 maggio 1879 per poi ritirarsi ad Alvito, dove poté dedicarsi agli studi e alle ricerche storiche. Morì nel 1883.