UNA STORIA, TANTE STORIE

I MITI DELLE ORIGINI
Nella Val di Comino storia e leggenda si fondono, così come i racconti mitologici che vogliono questa verde terra abitata in origine da Giano, antico dio italico del sole, delle aperture, degli inizi e delle fini. Presso di lui trovò rifugio Saturno, che governò la penisola italica dal 2604 a.C., riunendo la gente ribelle sparsa sulle montagne, dando loro le leggi  e costruendo numerose città, tra cui Atina, Arpino, Aquino, Anagni e Alatri. Nell’Eneide Virgilio racconta di Atina, città potente che creava le armi per l’esercito italico in guerra contro Enea e gli invasori greci. La valle era un territorio dei Volsci comandato dalla regina guerriera Camilla.

· La leggenda di Saturno
· La valle degli dei e degli eroi

DALLA PREISTORIA AI POPOLI ITALICI
Scavi archeologici e ricerche sul territorio hanno documentato una presenza umana già a partire dalla preistoria, con il rinvenimento di materiale litico a Fontechiari, Casalvieri, Vicalvi, Alvito e Atina. La conformazione geografica e l’organizzazione dei centri fortificati ne fecero un territorio di influenza sannita. I ritrovamenti ad Atina e  Pescarola (Casalvieri) fanno presupporre una comunità volsca collegata alla tradizione del “ver sacrum” celebrato ritualmente ogni anno nelle acque delle sorgenti del fiume Melfa a Canneto.

· Tracce italiche in Val di Comino
· A tavola al tempo dei popoli italici

LA GRANDEZZA DEI ROMANI
Con i romani al potere, il territorio conobbe uno sviluppo importante: furono costruiti santuari, acquedotti, strade e “domus”. I palazzi furono ornati con mosaici e preziose opere d’arte. La dolcezza del paesaggio favorì il soggiorno di imperatori, condottieri e uomini di cultura, come Cicerone, Plinio il Vecchio e Tito Pomponio Attico. Il centro di maggior rilevanza fu Atina, la “madre di molti uomini illustri, tanto che nessuna città d’Italia può dirsi più ricca” (Cicerone).

· Tracce romane in Val di Comino
· A tavola al tempo degli antichi romani

I BARBARI E LA FINE DELL’IMPERO
Con il disfacimento dell’Impero Romano (476 d.C.), anche la Val di Comino fu colpita da scorrerie e saccheggi da parte dei popoli barbari. Gli unici che ebbero il merito di accorrere in difesa dei poveri abitanti furono i monaci di Montecassino, che porsero rimedio agli immensi danni promuovendo l’agricoltura, costruendo chiese e monasteri in luoghi più sicuri. Da qui, i nomi di San Biagio, San Donato, San Paolo, Sant’Urbano, Settefrati. Progressivamente, le pianure e le vie romane di fondovalle vennero abbandonate a favore di zone montane e di strade pedemontane più sicure e difendibili. In questi anni, furono poste le basi per l’attuale assetto geografico della valle.

· Tracce benedettine in Val di Comino
· A tavola al tempo dei monaci

IL MEDIOEVO DISEGNA IL TERRITORIO
Dal X secolo, a seguito dell’invasione saracena, villaggi e monasteri furono fortificati con torri e mura di cinta. Con Federico II di Svevia, la valle entrò nell’orbita dell’Impero e fu governata dai Conti d’Aquino, che continuarono l’opera di incastellamento. Dal XIII secolo al XIX secolo, salvo brevi interruzioni dovute a imprevisti sconvolgimenti politici e militari, i comuni ricadenti in Val di Comino appartenevano al Regno di Napoli, provincia di Terra di Lavoro e compresi nello Stato di Alvito (Alvito, Atina, Belmonte Castello, Campoli Appennino, Gallinaro, Posta Fibreno, Picinisco, San Donato Val di Comino, Settefrati, Vicalvi, Villa Latina). I restanti centri risultavano proprietà dello Stato di Sora (Casalattico, Casalvieri, Fontechiari) e di Montecassino (San Biagio Saracinisco).

· Castelli, torri e borghi fortificati
· Chiese, conventi e luoghi sacri
· Palazzi nobiliari e residenze gentilizie
· A tavola al tempo degli antichi signori