Vigilia di Natale del 1931: Cesidio Perruzza è un sandonatese emigrato a New York che se ne sta in piedi, assieme a una cinquantina di operai, a Midtown Manhattan, per ritirare la paga settimanale da Rockefeller. Per l’imprenditore americano spianano il terreno sul quale sarà costruito il Rockfeller Center. Gli operai sono in fila e ogni tanto danno un’occhiata all’albero natalizio che hanno addobbato su indicazione di Cesidio: i rami portano il peso leggero di ghirlande, festoni e anche degli involucri delle gomme da masticare e dei fili di alluminio presi dai detonatori usati per sgombrare il terreno.
La nascita dell’albero di Natale
L’albero sorgeva solitario da uno strato di roccia vicino all’estremità orientale del blocco centrale del cantiere. Il primo ad averlo visto è stato Cesidio, sua l’idea di prenderlo e decorarlo. Con lui cui sono altri due sandonatesi: Loreto Perruzza e Donato Ventura. Oggi la tradizione dell’albero di Natale del Rockfeller Center continua ed è viva, attirando ogni anno un milione di visitatori tra cui molte star della musica e dello spettacolo. A un sandonatese il merito di averla iniziata.
Dal New York Times del 1° dicembre 2015
«Perse nella storia sono le origini dell’albero realizzato da uomini che lavoravano nell’edilizia, la maggior parte dei quali immigrati italiani, contenti di un lavoro durante la Depressione. “Mio nonno raccolse un albero e lo portò lì” ha spiegato Steve Elling, di Great Barrington, Mass. Suo nonno era Cesidio Perruzza, nato nel 1880 a San Donato Val di Comino, in Italia. Ha finito la terza elementare quando arriva negli Stati Uniti nel 1901 e trova lavoro, come molti dei suoi connazionali, negli scavi. Era un affare pericoloso e sporco, spesso svolto sotto il pugno di appaltatori irlandesi che avevano attraversato l’Atlantico qualche decennio prima degli italiani, come scrive Paul Moses in Un improbabile unione: la storia dell’amore e dell’odio degli irlandesi e degli italiani di New York».