Castello Cantelmo

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Il castello Cantelmo di Alvito è un’antica fortezza arroccata sulla cima di un colle, denominato un tempo monte de Albeto o Serra de Albeto e centro di fondazione dell’attuale città. Le prime notizie relative alla costruzione del castello di Alvito risalgono all’XI secolo, quando i conti d’Aquino, per un impegno preso nei confronti dell’Abbazia di Montecassino, realizzarono un avamposto a guardia dell’accesso nord della valle. Ricordato dai Registri Angioini come edificio militare nel 1293 era tenuto in perfetto assetto di guerra, con abbondanti munizioni e considerevoli provviste alimentari. Il castrum Albeti, compare nel Catalogus Baronum di Ruggero II, dove si indica come pertinenza del primo signore Landolfo I d’Aquino.

LA DISTRUZIONE DEL 1349
Da una targa presente nel castello, oggi andata perduta, abbiamo alcune interessanti notizie: «Allorché un terremoto mise in pericolo varie parti del Regno, queste annose mura ruinarono e caddero interamente al suolo. Tuttavia Rostaino Cantelmo, chiaro pel nome illustre degli avi, le rifece più belle ed eresse un nuovo Castello e nuove mura. Ma più ancora gli dà rinomanza e gli assicura imperitura fama l’invitta costanza onde mantiene la sua fedeltà. Quando, a difesa del Re d’Ungheria, soldatesche nemiche invadevano il Regno, egli, incurante della sua stessa salute, di danni e di spese personali, serbò a viso aperto la sua onesta promessa. Per tanti meriti il Re e la Regina gli donarono questo Castello che, per la morte di Adenolfo, era rimasto privo del suo Signore. Se chiedi quando ciò accadesse, aggiungi a cinquanta mille e trecento: l’anno in cui il Giubileo aprì le porte del Cielo a tutti i cristiani; se domandi del fondatore, il suo nome è Landolfo».

LA RICOSTRUZIONE DEL 1350
Il castello fu ricostruito dai nobili Cantelmo, a partire dal 1350, conservando oggi gran parte dell’assetto originario. La struttura architettonica riflette la sua funzione difensivo-militare e conserva forme medievali. I sistemi difensivi risultano disposti progressivamente dal perimetro esterno al centro. Restano in gran parte conservate le due cinte murarie: la prima, a cui corrisponde un fossato che prospetta verso il centro abitato, è alta circa cinque metri ed è di forma trapezoidale; la seconda ha al centro un maschio, edificio quadrangolare che si innalzava per 11 metri più in alto rispetto al resto del castello.
Sul lato sud dell’edificio erano ubicate le stanze per la nobiltà, mentre nei restanti locali risiedeva la servitù e le guardie. In una relazione di Giulio Prudentio fatta al Duca Antonio Cardona nel 1574, il castello appariva «di modello maraviglioso» e poteva essere battuto solo con l’artiglieria, mentre «a battaglia di mano si farrìa burla de assedianti inimici».

COME SI PRESENTA AL VISITATORE
Come attestato dalla documentazione grafica esistente, il castello doveva apparire ancora in gran parte integro verso la fine del XIX secolo, anche se successivamente, a causa degli eventi sismici del XX secolo e dell’abbandono, molte parti architettoniche sono crollate. Prossima all’area occupata dal Castello, si sviluppa il borgo, anch’esso difeso da ampie mura, in cui si aprono diverse porte che immettevano in altri insediamenti alvitani.
Al visitatore si presenta a pianta pentagonale, con tre torri cilindriche che guardano verso i tre lati della valle, di cui quella di sud-est conserva tracce di antiche merlature. L’impianto è di notevole estensione e conserva possenti mura strombate, resti di bastioni e torri.

INFO
• Dove: Alvito (Fr)
• Indirizzo: Località Castello di Alvito