Nell’estate del 1919 lo scrittore David Herbert Lawrence, stanco delle sofferenze e delle disgregazioni causate dalla guerra, decise di ritemprarsi concedendosi un soggiorno in Italia assieme alla moglie Frieda. Scelse la casa di Orazio Cervi a Picinisco. Qui trovò l’ispirazione per completare il romanzo La ragazza perduta (The lost girl). Oggi Casa Lawrence è luogo di visita e agriturismo: offre agli ospiti la possibilità di gustare la cucina della Val di Comino circondati dal suggestivo scenario che fece da sfondo alla storia d’amore narrata nel romanzo.
La forma architettonica
La residenza fu costruita da Orazio Cervi nel 1889, nella contrada dove era nato. Si sviluppa su due piani: al pianterreno si svolge l’attività di ristorazione, mentre il piano superiore ospita due camere da letto, una sala e una zona museo. Lawrence la descrive nella Ragazza perduta: “La casa è composta al pian terreno da una cucina più simile a una spelonca, le altre stanze sono un locale per il vino, uno per l’immagazzinamento e uno per il grano, al piano di sopra ci sono tre stanze da letto e un semi granaio per pannocchie di granturco, letti e un pavimento nudo. Dobbiamo cucinare su di un fuoco e mangiare i nostri cibi sulle ginocchia seduti su di una panca d’avanti al fuoco di una cupa cucina”.
I luoghi del romanzo
Lo scenario suggestivo della montagna, sconfinata e incerta, le vette immacolate, il verde assolato degli alpeggi di Picinisco, incantarono il romanziere inglese che ritrovò “tra le magnifiche stelle così lucenti” l’ispirazione per terminare La ragazza perduta. La residenza di Orazio, tra le righe dell’opera menzionato come Pancrazio, diventerà uno dei luoghi del romanzo assieme a Picinisco (Pescocalascio) e Atina (Ossona) nei capitoli XIV e XV.
La ragazza perduta
Protagonista dell’opera è Alvina, ragazza inglese in cerca di affermazione, lontana dai pregiudizi di quel mondo borghese che l’aveva vista crescere. Con grande scandalo di familiari e amici, rifiuta un matrimonio di convenienza per unirsi a Ciccio, un emigrante italiano schietto e virile che lavora in una compagnia di artisti girovaghi. Convinta della scelta, Alvina lo sposa e lo segue in un piccolo villaggio dell’Appennino, Pescocalascio (Picinisco), recuperando così la giusta armonia tra corpo e spirito. Iniziato nel 1912, il romanzo fu completato solo dopo il soggiorno nella Val di Comino, che offrì a Lawrence quell’ispirazione da anni cercata.