Un mulino medioevale perfettamente restaurato è meta ideale per chi vuole scoprire la complessa realtà di quelle pratiche agricole antiche di millenni. Costruito nel 1032 dopo una visita del Principe di Capua Pandolfo IV alla chiesa di San Nazario, il mulino fu gestito dai benedettini fino al 1233. Abbandonato dai monaci, passò nelle mani dei duchi dello Stato di Sora che, vista l’esigenza produttiva, si preoccuparono di edificare altri mulini lungo il fiume Melfa. La loro sicurezza veniva garantita dalle torri di Montattico e di Casale.
Un soffitto a volta ci introduce nel primo ambiente, che accoglie due macine in pietra, la concia e altri strumenti per la molitura. Il piano superiore ricostruisce l’abitazione del mugnaio, con la cucina e gli oggetti del vivere quotidiano. Tra questi: la “piattara”, l’arca, le pignatte, le conche e accanto la “varda”, i campanacci per i buoi.
Grazie ad un ambiente soppalcato è possibile raggiungere il sottotetto, per secoli adibito a camera da letto del mugnaio: suppellettili, attrezzi domestici e altri oggetti facilitano la comprensione dello spazio. Il Museo, oltre ad essere luogo della memoria, permette di svolgere attività didattiche rivolte sia a comitive che a scolaresche.
Leave a Reply