Della nobile famiglia Anicia, Santa Vittoria visse a Roma nel III secolo. A vent’anni fu promessa in sposa al nobile Eugenio. Lei rinunciò al matrimonio e vendette i suoi gioielli e le vesti preziose per donarne il ricavato ai poveri. Eugenio non capiva come mai una ragazza così ricca poteva adoperarsi tanto nell’aiutare poveri e schiavi, rinunciando oltretutto al suo amore. Il nobile la condusse per tre anni in esilio in Sabina. Qui Vittoria operò diversi miracoli che le procurarono la simpatia di molti giovani, che si dedicarono con entusiasmo alla causa di Cristo. Irato per quanto accaduto, Eugenio la denunciò a Giuliano, che dal Campidoglio mandò un commissario per verificare quanto raccontato. Rifiutatasi di venerare la dea Diana e di incensare gli dei, questo la colpì con la spada e l’uccise.
Nel 1881 il suo corpo fu portato a Posta Fibreno, nella Chiesa di Santa Maria Assunta. Ogni anno, il 20 agosto, i postesi tributano a Santa Vittoria e Santa Blandina (vedi sotto) una solenne festa.
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