Nel XIX secolo, in una grotta nei pressi di Belmonte Castello si ebbe l’apparizione della Madonna Addolorata. La profonda devozione dei fedeli, sia belmontesi che del circondario, fu testimoniata dai numerosi pellegrinaggi e dalla costruzione di una via, tra speroni rocciosi e dirupi, che permetteva di raggiungere la grotta in maniera più agevole.
Fino al 1934, il 13 agosto di ogni anno si ricordava l’apparizione con una Messa e una solenne processione ove si portava in trionfo la statua dell’Addolorata. Il corteo si svolgeva per i vicoli del borgo antico, superava il “Colacicchio” e da qui imboccava la mulattiera fino al cimitero. Dopo aver oltrepassato Rio Secco, grazie a un sentiero che attraversava il monte, si raggiungeva la grotta dell’A’rvize. Per tutta la giornata i fedeli rimanevano in devoto raccoglimento, pregando e vegliando l’immagine di Maria. Alle 17, sempre in processione, si ritornava nella Chiesa di Santa Maria Assunta dove si chiudevano le celebrazioni.
Nel 1952 si verificò un altro fatto straordinario: un piccolo pastorello, mentre conduceva il suo gregge nei prati di Rio Secco, giunse nella grotte ed ebbe la visione di Maria, che lo invitò alla preghiera e a costruire una chiesetta. In pochissimo tempo, la costruzione venne iniziata e completata da muratori locali e migliaia furono i pellegrini che affluivano dai centri vicini. Dopo tre anni, a causa di una discutibile gestione di doni e offerte, le apparizioni non si verificarono più e il parroco proibì pellegrinaggi e devozioni.
La grotta è da sempre un luogo mistico. Una tradizione orale precedente al culto mariano ci ha tramandato un altro fatto prodigioso: avendo saputo dell’apparizione di Santa Felicita, un uomo si recò animato da scetticismo nella grotta dell’A’rvize. Con una roncola iniziò a ripulire i dintorni tagliando rovi e arbusti. All’improvviso apparve la Santa ferita a un braccio, che prima di svanire, rimproverò i belmontesi per la loro incredulità.
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