Le acque limpide e la natura più selvaggia del Fibreno ne fecero una località apprezzata da Cicerone e dai notabili romani per ritemprarsi, lontano dalle contese forensi e dal caos dell’Urbe. Tra gli illustri visitatori va ricordato Plinio il Vecchio: rimasto colpito dal fenomeno dell’“isola galleggiante”, decise di riportarlo nella sua Naturalis historia.
Con le invasioni barbariche, gli abitanti del lago si trasferirono nel monte sovrastante e diedero vita a un borgo fortificato chiamato Posta perché “posita” sul monte “che sovrasta all’acqua del limpido Fibreno”. Nel 970 Ildeprando, conte di Sora e di Vicalvi, donava a Montecassino l’integra metà dei laghi Taurinus e Iulianus, che in seguito si unirono e formarono l’attuale lago.
Nel XVII secolo il Castello de La Posta appariva “circondato da alte mura, con le sue torri, e con una maggiore a modo di fortezza” e svolgeva la funzione di prima difesa del Ducato di Alvito in caso di attacco dallo Stato di Sora. Oltre alle virtù militari, La Posta era apprezzata per i “carpioni perfettissimi assai più di quelli del laco di Garda” e per le trote “buone et belle”.
Passato il tempo delle battaglie, oggi il Lago di Posta Fibreno è una delle oasi naturalistiche più incontaminate ed affascinanti d’Italia, ricca di flora e di fauna. Dal punto di vista etnografico è notevole la “Naue”, imbarcazione dal fondo piatto usata da millenni per trasportare gli abitanti del lago da una sponda all’altra.
Di rilievo, infine, la Villa della Pesca. Costruita nel XVII secolo sulle rive del Fibreno dal duca Gallio, conserva il maestoso portale d’ingresso e diciannove stucchi ad altorilievo che riproducono i beni di famiglia.